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Ancora 1

L’acqua: ancora oggi mistero mistico

     Oltre duemila anni di filosofia naturale ci hanno portato solo all’inizio del nostro viaggio chiarificatore dei misteri dell’acqua, per il quale la Scienza ufficiale non si è rivelata lo strumento ideale né la chiave capace di aprire per noi le porte della conoscenza. Abbiamo colto l’impressione che i governanti del mondo non vogliano tener conto di quanto le antiche tradizioni ci hanno tramandato, peraltro confermate dalle nuove scienze.

Come si passa dalla semplice “materia” alla molto più complessa “vita”? Come si rende viva la materia? Quasi tutti gli uomini si sentono inadeguati a comprendere questo passaggio che racchiude un profondo quanto inestricabile mistero. Una delle poche certezze acquisite in questo campo è che sia l’acqua ad animare la materia rendendola vitale. Per quanto ci è dato vedere l’elemento che differenzia la materia ordinaria (pietra, metalli, ecc.) dalla materia vivente (essere umano, animali, piante) è la presenza dell’acqua. Le culture di ogni tempo e luogo hanno letto nell’acqua la causa essenziale di ciò che abbiamo definito mistero, a cominciare dalla più antica documentazione a nostre mani: la Bibbia: ≪ In principio c’era l’acqua. Quando la Terra era una massa senza forma e vuota, lo spirito di Dio aleggiava sulle acque≫.

     L’acqua rimane sempre integra come tale; ciononostante è in continua trasformazione e come asseriva oltre 400 anni fa Van Helmont (1580-1644), va nei frutti dove i semi la chiamano e la assorbono. Per dimostrare questo lo scienziato fiammingo piantò un salice in un vaso con dieci chili di terra, «essiccata in una Fornace, che io stesso ho bagnato con acqua piovana». Coprì il vaso e per cinque anni innaffiò l’albero con acqua piovana. Alla fine essiccò nuovamente la terra e pesò sia la terra che l’albero. Al terriccio mancavano solo due dei dieci chili originali, mentre l’albero era aumentato di 74 chili che, secondo Van Helmont, «derivavano esclusivamente dall’acqua». Oggi, per le scoperte della fisica quantistica, noi sappiamo (cfr. “Uni-Verso-Uno”) che l’acqua origina la vita e il peso è solo un fatto relativo, collegabile alla forza di gravità. In realtà la materia è fatta di onde e di energia che non hanno peso né tempo.

     Solo recentemente gli scienziati hanno compreso che l'acqua nelle vene e nei capillari può generare grandi pressioni; in un seme, per esempio nel momento della germogliazione, si genera una pressione fino a 400 atmosfere e, per questo, un germoglio può forare con relativa facilità l'asfalto. L’acqua, insomma, svolge un ruolo fondamentale sia all’esterno che all’interno del nostro organismo che, in termini molecolari, è costituito per circa il 99% da molecole d’acqua e solo il restante 1% da molecole diverse dall’acqua (proteine, ormoni, vitamine, ecc.). Si ripropone lo stesso mistero già incontrato per la materia: come mai i biologi finora hanno studiato l’1% e trascurato il 99%. La spiegazione parrebbe essere insita nella convinzione scientifica secondo cui la dinamica biologica è governata dalla chimica, cioè dal fatto che questo 1% di molecole si incontra, creando reazioni chimiche le quali danno luogo alla dinamica biologica. Non facendo, le molecole d’acqua, reazioni chimiche, esse vengono trascurate. In termini calcistici le molecole d’acqua corrisponderebbero ai 60.000 spettatori che guardano la partita giocata da 22 persone. La biologia non tiene conto delle onde energetiche e delle forze elettromagnetiche di cui sono espressione, per il 99%, l’acqua e la materia. Le perturbazioni dei campi elettromagnetici, possono essere di natura cosmica (dall’universo), geologica (dalla terra), biologica (da erbe, piante, minerali, ecc.) psicobiologica (dagli emisferi cerebrali). Cominciamo adesso a conoscere i disturbi “artificiali” provenienti da perturbazioni connesse alla produzione di nuove tecnologie (cellulari, forni microonde, linee elettriche, indumenti sintetici, ecc.), che si aggiungono agli effetti “naturali” già conosciuti: corsi o falde d’acqua sotterranee, pozzi artesiani, radioattività naturale, giacimenti di gas, mutamenti dei campi magnetici della Terra, interferenze astrologiche, particelle cosmiche, nodi di Hartmann, ecc. Gli antichi abitanti del pianeta sentivano la natura in modo più animale che umano e avvertivano le forze magnetiche della terra. Noi non sentiamo più queste energie magnetiche, ma un architetto di Colonia ha misurato strumentalmente particolari forze magnetiche dove c’è un luogo religioso antico o una città.

         Non è ancora stata mappata l’intera area dell’ignoranza: attualmente ne stiamo solo esplorando i confini.

                                                                                                                                              J.D. Bernal

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L’acqua termale dell’hotel “Relais Valle Orientina”

     Senza esserne consapevoli, siamo soggetti alle energie e alle forze elettromagnetiche della luna, dei luoghi, delle acque sotterranee, ecc. In merito posso testimoniare una mia diretta esperienza allorché svolgevo attività di consulenza per un’azienda di Pitigliano. Qui ero solito dimorare presso l’Hotel Relais Valle Orientina, immerso in fondo a una verde valle e soprastante ad acque termali. Nelle numerose occasioni di soggiorno, della durata di tre/quattro giorni, potei verificare consapevolmente alcuni effetti straordinari che ebbero a determinarsi per il mio organismo in quei periodi. I miei familiari conoscono bene le mie notti insonni causate dall’ernia iatale e relativi reflussi gastroesofagei di cui ho sofferto e soffro praticamente dall’età giovanile. Tale patologia ha un solo grande problema: una semplice cena con piatto “grasso”, anche di scarsa quantità, determina nove volte su dieci l’angoscioso risveglio notturno causato dal rigurgito acido più o meno intenso che, raggiungendo spesso le prime vie aeree, determina uno stato sofferente per tutto il giorno successivo con tosse, difficoltà respiratorie, dolori sternali e retro-sternali. Una vera e propria via crucis. Da tali ripetute esperienze, sulle quali è facile ricadere in quanto, in assenza dei sintomi suddetti, la vita scorre in salute così come l’appetito, ho infine compreso che l’unico modo per combattere questa patologia, oltre a farmaci specifici, è quello di cenare “basico” (verdure, patate e frutta) che è la strada più difficile per le rinunce che ne stanno alla base. In trasferta seguire tale dieta è molto più difficile perché nei giorni di consulenza, per mantenere la dovuta efficienza, sei obbligato a un pranzo leggerissimo. La sera, pertanto, con l’appetito a mille diventa impossibile resistere alla tentazione di piatti per me “proibiti” presenti sempre, spesso esclusivamente, nei menu di alberghi e ristoranti, salvo poi soffrire come un cane il giorno dopo causa la puntuale notte insonne e travagliata.

    Anche a Pitigliano mi capitò più volte di cedere alla seduzione di quella cucina ricca di grassi (tortelli dolci, stufati di carne, cipolla e patate, salsicce e sughi di cinghiale, fagioli all’uccelletto, cinta senese, formaggio pecorino, olio, vini bianchi e rossi prelibati…) e col tempo mi resi conto, con grande meraviglia, che potevo fare delle dormite fantastiche, di cui avevo perso il ricordo, senza accusare il pur minimo disturbo. Dirò di più, appena mi accorsi di questa stranezza, forzai la mano cenando progressivamente con cibi sempre più a rischio e, infine, addirittura con altri che da anni mi ero negato definitivamente in quanto la loro digestione si era dimostrata avversa in modo disastroso, costante e incontrovertibile. Finì per prendere qualche chilo ma riuscì a cenare senza complicazioni con piatti ai quali, sia in termini quantitativi che qualitativi, non osavo avvicinarmi da decenni. Una volta tornato nei miei luoghi abituali le patologie digestive si ripresentavano immancabilmente.

     Ho raccontato a vari amici questa mia fantastica esperienza e alcuni di loro, che accusavano lo stesso mio disturbo, vollero provare di persona un soggiorno in quell’hotel riportando risultati a loro detta strabilianti. Ho riferito la cosa anche a molti medici e specialisti ma nessuno mi ha saputo spiegare in alcun modo il fenomeno.       Informai di questa mia felice esperienza anche la proprietaria nonché cuoca dell’hotel che, con mio stupore, mi disse: ≪Guardi professore che è un fatto normale! Lei ha semplicemente goduto dei benefici effetti dell’acqua termale che scorre sotto Pitigliano e, in particolare, sotto il nostro Hotel≫. Che non abbiano ragione gli etruschi sull’acqua e il suo magnetismo? Forse le ricerche condotte per la stesura di questo libro sono riuscite a risolvere il mistero dell’Hotel di Valle Orientina?

Senza l’acqua tutto è solo chimica, si aggiunge l’acqua e si ottiene la biologia (Felix Frank).

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L'hotel termale "Relais di Valle Orientina" presso Pitigliano (GR)

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     Nonostante l’evidente distanza culturale e professionale tra la guardia forestale Viktor Schauberger e l’ingegnere antroposofista Theodor Schwenk, mi ha molto colpito come entrambi i due ricercatori siano giunti alla stessa fondamentale conclusione: per lo sviluppo della vita, l’acqua utilizza un moto spiraliforme creando vortici di energia. Grazie alle sue osservazioni naturali dei torrenti e dei fiumi, da cui scopre i moti a vortice dell’acqua, Schauberger enuncia il principio di "implosione". In base a tale principio nell'universo predomina un movimento spiraliforme centripeto, che caratterizza i fenomeni vitali, costruttivi ed evolutivi. L’implosione è il moto alla base della vita, dall'esterno verso l'interno, secondo una linea spirale-concentrica. Schwenk giunge alla stessa conclusione da un differente versante di ricerca. Studiando le strutture degli organi umani, degli animali e dei vegetali, si persuase di come sulla Terra le forme di vita si siano sviluppate, attraverso l’acqua, lungo linee spiraliformi ben riconoscibili attraverso attente osservazioni delle varie strutture degli esseri viventi. In effetti, a ben guardare, le forze presenti nel cosmo hanno tutte un andamento a spirale ed è facile rendersene conto sia nell’ambito del macrocosmo che del microcosmo.

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     Le galassie, compresa la nostra Via Lattea, hanno forma spiraliforme. Lo stesso sistema solare è un vortice e noi corriamo nello spazio infinito dentro questo “ciclone”. Secondo la più moderna e accreditata teoria delle Superstringhe, le stesse particelle elementari della materia sono stringhe spiraliformi; la materia, nella sua intima realtà, sarebbe sostanzialmente energia vorticosa, puro movimento che riproduce un principio universale. L’acqua usa il moto vorticoso per raffreddarsi, pulirsi e energizzarsi, recuperando le sue proprietà rigenerative. Schauberger riconosce nell’acqua questa forma originaria di movimento, reiterata in ogni forma vivente, alla base del linguaggio universale della vita. È un’energia che si muove a spirale, nella forma di un vortice (dall’esterno verso l’interno) che trasforma continuamente l’energia in materia. Schwenk, da parte sua, dimostra addirittura come nelle forme costitutive degli esseri viventi siano riconoscibili i movimenti spiraliformi dell’acqua nella formazione dei vari stadi di sviluppo dei vari organi.

     La spirale che forma l’acqua quando implode (si pensi allo scarico del lavello) riproduce la struttura del DNA, dei campi elettromagnetici, dei cicloni, delle galassie fino alle più antiche creature acquatiche come le conchiglie. Il loro sviluppo segue una traccia a spirale di crescita esponenziale: ognuna di esse è più ampia della precedente secondo un fattore costante conosciuto sin dall’antichità come “divina proporzione”. L’acqua segue questa proporzione, da sempre ritenuta opera divina, nello sviluppare la natura vivente. Essa si ritrova nella struttura e negli organi umani, nel ritmo di proliferazione dei conigli e delle api, nella superfice dell’ananas, nel girasole, nella fillotassi, ecc.

     Su tale duplice intuizione dei ricercatori suddetti, mi è stato utile ricordare, collegandole, le scoperte di Leonardo da Pisa detto Fibonacci (1175 - 1235). A questo importante matematico toscano si deve la rivelazione della serie numerica in espansione che conduce al fattore costante usato dalla natura per sviluppare le sue forme vitali: la “divina proporzione”, oggi conosciuta come “sezione aurea”, espressa dalla costante “0,618”.

Fibonacci, partendo dall’unità (duplice per la polarità della materia) sviluppò una serie numerica che si incrementa sommando il secondo numero con il primo (1+1=2), il terzo con il secondo (1+2=3) e così via (5,8,13,21,34…). Rilevante è la circostanza per cui il rapporto tra due termini successivi della serie (21:34) si avvicina velocemente alla costante “0,618”. Questa proporzione magica è molto antica ed è stato appurato che fosse già a conoscenza di Pitagora (550 a.C.) con l’appellativo di “proporzione divina”.

     Pur non collegando le sue osservazioni alla scoperta di Fibonacci, Schauberger intuì che i pesci sfruttassero per la risalita proprio questa forza creata dalle turbolenze spiraliformi dell'acqua. Su queste basi formulò alcune affermazioni: i pesci non nuotano, ma "sono nuotati" così come il cuore non è una pompa ma "è pompato" dall’acqua. Peraltro l’idea che il cuore sia pompato dal flusso continuo del sangue risale al 1912 ed è da attribuire ad Alexis Carrel (1873-1944), premio Nobel per la medicina. Quante volte da adolescente ci siano chiesto “quale batteria fa costantemente battere il nostro cuore?” Ebbene l’acqua parrebbe essere questa fonte di energia.

L’acqua esprime il vortice che crea la vita

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L’acqua interagisce con la natura e reagisce alla parola

     Ormai sono in molti ad affermare che le piante sono esseri viventi, sensibili, radicati nello spazio e pur essendo cieche, sorde e mute nel senso umano di fatto sono sensibilissime a misurare le emozioni umane. Irradiano energia, forze benefiche all’uomo di cui alimentano il campo energetico che a sua volta rigenera energia alla pianta. Sono scoperte di enorme interesse e in continuo aggiornamento ma che tuttavia non sembrano essere in grado di alimentare la consapevolezza collettiva della meravigliosa vita del mondo vegetale che ci circonda con sentimenti positivi. Le piante hanno stretto un legame empatico con l’uomo di cui percepiscono le emozioni e pensieri anche da lontano. Incredibile e straordinario è il loro senso della morte: esse conoscendo lo scopo della vita, nel venire consumate si compiacciono di entrare a far parte di una forma di vita superiore e con un sistema di autodifesa disattivano la loro sensibilità apprestandosi con serenità ad una nuovo tipo di esistenza/esperienza. Vivono consapevoli di far parte integrante del tutto e di essere indissolubilmente interconnesse con esso. Noi viceversa tendiamo a non vedere i casi d’interazione universale che sono costantemente sotto i nostri occhi: le piante assorbono anidride carbonica ed espellono ossigeno, gli esseri umani assorbono ossigeno ed espellono anidride carbonica. Non è un caso, la natura ha i suoi equilibri e integrazioni. Tra l’uomo e le piante vi è una perfetta osmosi che conferma l’interazione universale fondata sulla comprensione e l’amore degli uni per gli altri. Ciò rappresenta anche una conferma che è l’acqua a fare da discriminante tra gli esseri viventi (esseri umani, fauna e flora) e le cose prive di vita. Un fluido che noi tanto deturpiamo con l’inquinamento e verso cui nutriamo evidente disinteresse per le scoperte che lo riguardano. Anche noi potremmo essere in grado di aiutare il prossimo, gli animali, le piante, ecc. se solo riuscissimo ad armonizzare la nostra coscienza e conoscenza per accedere ai codici della vita che nell’acqua si trovano. 

     L'informazione, la sua ritenzione e trasmissione sono presenti in ogni forma di vita che si nutre d'acqua, persino la più semplice. Non dovrebbe stupire, pertanto, che l'informazione veicolata dall’acqua sia la radice della vita. La molecola dell'acqua è come una bottiglia abbandonata nel mare: sembra vuota, invece ha al suo interno un messaggio che attende di essere rivelato.

     La possibilità delle piante di “vedere” attraverso l’acqua, mi riporta alla mente un esperimento, da me effettuato fra le pareti del mio studio, già svolto da Masaru Emoto e ripetuto da numerose fonti del web, fra cui youtube, che mi aveva molto colpito. Ho preso due bicchieri identici. Ho versato al loro interno pari quantità dello stesso riso che poi ho ricoperto abbondantemente con una pari quantità di acqua del rubinetto. Ho messo i due bicchieri, vicini tra loro, su uno scaffale della mia libreria.

 Ogni mattina, al momento di fare il mio ingresso nello studio, mi sono rivolto al bicchiere di destra dicendogli in modo affabile: ≪Buongiorno! ≫ mentre lasciavo privo di qualsiasi considerazione il bicchiere di sinistra. Ciò per 20 mattine di seguito. La foto eseguita alla fine dell’esperimento mostra differenze tanto notevoli quanto inspiegabili (cfr. fotografia in fondo alla pagina).

          Sono molti gli interrogativi che mi hanno assalito sull’esito dell’esperimento:

• Come è possibile una variazione così evidente?

• Il risultato autorizza a pensare che l’acqua non solo mi abbia sentito ma, considerata l’estrema vicinanza dei due bicchieri, mi abbia anche visto! E non solo la mia persona che si avvicinava ma, per forza di cose, debba anche aver seguito i miei occhi dal momento che solo dall’orientamento degli stessi avrebbe potuto recepire che il mio “Buongiorno” era rivolto al solo bicchiere di destra che era posto a solo 20 centimetri di distanza!

• Dal momento che il nostro organismo è formato d’acqua al 99% (in termini molecolari) che cosa potrebbe succedere alle cellule di una persona che viene ignorata deliberatamente? E se venisse offesa pesantemente? E se gli fossero formulate parole d’amore? Il mio esperimento sul riso nell’acqua e quelli sui cristalli d’acqua condotti da Masaru Emoto, rendono visibili alcuni fenomeni di per sé stessi invisibili, dimostrando che la coscienza influenza la materia. Un pensiero, un’emozione, una parola, sono fonte di un’onda vibratoria che coinvolge istantaneamente il tutto, interagendo con esso modificandone le strutture energetiche e vibratorie. I movimenti delle particelle atomiche e subatomiche generano una particolare onda vibratoria che in giapponese viene chiamata Hado, la quale genera un percorso chiamato “campo di risonanza magnetica”. Semplificando il concetto ogni manifestazione della coscienza è vibrazione.  La coscienza esercita la propria volontà attraverso le informazioni che influenzano, in ultimo, anche la materia più densa, a partire dai mattoni che la costituiscono, ossia gli atomi. D’altra parte nella trasmissione di energia attraverso la risonanza si fonda tutta la nostra tecnologia. Nel mio studio, nel momento in cui scrivo, ci sono un’infinità di onde di risonanza, campi magnetici di ogni tipo: un’infinita realtà invisibile. Non la percepisco, tuttavia essa interagisce incessantemente con me, e contribuisce alla creazione continua della realtà. Alcuni strumenti presenti nel mio studio (modem, computer, cellulare, radio, tv, ecc.) captano questi fenomeni a me invisibili e me ne confermano l'esistenza .

     I suddetti esperimenti hanno molte analogie con le risultanze delle ricerche condotte sulle piante nel 1966 dall’agente dell’FBI Backster che applicò gli elettrodi della macchina della verità alla sua dracena per vedere cosa sarebbe successo nel momento in cui uno stimolo esterno avesse investito la pianta. Versando qualche goccia d’acqua sulle foglie notò come il galvanometro della macchina registrasse un segnale. Il fenomeno sorprese l’agente che si spinse più in là e decise di provare a bruciare le foglie della pianta; non fece in tempo a tornare con i fiammiferi che subito la pianta reagì di nuovo. Backster ne dedusse che la pianta avesse anche qualche capacità di leggere nel pensiero delle persone. Continuando con i suoi esperimenti scoprì come le piante fossero sensibili a qualsiasi gesto, negativo o positivo a loro rivolto, così come all’elettromagnetismo, ai fenomeni atmosferici, alla corrente elettrica, ecc.

     Secondo i testi dei Veda e della Bibbia, la materia ha avuto origine dall'interazione fra codici vocali e una matrice acquatica primordiale. Come affermano i testi della mistica ebraica, Dio ha creato il mondo attraverso la parola, con l'emissione delle lettere dell'alfabeto. La creazione, tuttavia, non è un evento del passato: tutte le componenti dell'universo si rinnovano istante per istante e si trasformano, grazie allo scambio di messaggi e informazioni a ogni livello. Il linguaggio è il veicolo che utilizziamo per apprendere e per diffondere informazione. Come avrebbe potuto evolvere l’umanità in assenza della parola (parlata o scritta)? È proprio tramite quest’ultima che si crea il cambiamento. La parola ha creato il mondo, la parola lo trasforma in una continua evoluzione.

Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio” Vangelo secondo Giovanni (Capitolo 1, prologo, versetto 1).

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Ancora 5

L’acqua non è stata creata, Esisteva prima di Dio

     “Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio”  (Vangelo di Giovanni)

È interessante collegare il versetto iniziale di Giovanni con il dettato, pure iniziale, della Bibbia (Genesi 1,1-2):

1 In principio Dio creò il cielo e la terra. 

2 La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.

     Se uniamo i messaggi introduttivi e fondamentali per la comprensione delle sacre scritture, ne scaturisce un incipit che determina una sola possibile interpretazione: lo spirito è rappresentato dalle acque attraverso le quali Dio ha veicolato il messaggio, la parola, l’onda sonora del suo verbo che ha “animato” l’essere umano. Insomma Dio ha utilizzato l’acqua, increata, per trasmettervi le sue intenzioni attraverso il suono della sua parola. La conclusione parrebbe proprio essere che l’anima mundi è veicolata dall’acqua, cioè dallo spirito divino.

     Ciò che trovo più stupefacente è come anche le nuove scienze e le nuove scoperte sull’elemento acqua stiano andando in questa direzione interpretativa. Accostare ricerche ed esperienze sull'acqua da diverse fonti di pensiero mi ha aiutato a comprendere il senso e la natura della nostra esistenza in questo pianeta acquatico ricco di intelligenza. L’ho fatto mantenendo distinte la ricerca scientifica e la ricerca spirituale che, pur seguendo strade completamente diverse, parrebbero convergere ispirandosi vicendevolmente.

Il pensiero scientifico ci offre l'esperienza dettagliata della complessità fisica e biologica di una realtà infinita; il pensiero spirituale ci offre l'esperienza della complessità della realtà interiore, della coscienza che si estende oltre i confini del nostro corpo. Per le necessarie conferme, tuttavia, la scienza, alla luce delle nuove scoperte (fisica quantistica, ecc.) ha bisogno della spiritualità, della capacità di estendere i confini della mente al di là del proprio naso e della propria testa. In tale contesto si fa strada il concetto per cui sarebbe la nostra coscienza a produrre l’universo così come sarebbe l’universo a riflettere la nostra coscienza. Una verità che sarebbe in grado di trascendere e chiudere definitivamente il dibattito tra materialisti e spiritualisti, rappresentanti oggi lo yin e lo yang dell’opinione concettuale della nostra esistenza.

     In un precedente mio libro mi sono soffermato sul mistero biologico della nascita, un mistero la cui comprensione pare custodita dall’acqua. Ricordiamo qui che il sistema nervoso di un individuo, con tutta la straordinaria fioritura di neuroni, radici, connessioni, inizia a prendere forma nei nove mesi di permanenza nell’utero materno. Il tutto prende avvio da un piccolo solco che appare al diciottesimo giorno, quando l'embrione non supera i 2 millimetri di lunghezza. Questo solco, sprofonda, si richiude e forma un tubo, detto neuronale, da cui prenderanno poi origine il midollo spinale e il cervello. Si realizza quindi una centralina cerebrale incredibilmente complessa, composta da decine di miliardi di cellule nervose collegate da migliaia di miliardi di connessioni. Il meccanismo da cui prende avvio lo sviluppo dell'embrione e del sistema nervoso è contenuto nel codice genetico, cioè nel DNA, il sistema riproduttivo delle cellule che si attiva automaticamente già nel ventre materno. È proprio questa sequenza ordinata delle centinaia di milioni di basi che compongono il DNA, ad essere un mistero per la biologia. Appare ovvio insomma che, oltre all’energia materiale, debba esserci un’ulteriore fattore fondamentale che guida e organizza un processo tanto complesso quanto incomprensibile per tutti. E cosa potrebbe essere se non la memoria e l’informazione? È l’informazione che dà forma all’energia, che la in-forma in modo che essa produca questo o quell’altro soggetto.

     Il vero protagonista dei 3 miliardi di anni di evoluzione della Terra non è il DNA umano, e neppure la nascita della vita da molecole che prive di vita turbinavano in fumanti pozze d'acqua satura di carbonio e atomi di idrogeno, azoto e ossigeno. Come già detto, il più grande successo dell'evoluzione è l’informazione e la memoria. Questa accoppiata ha reso possibile la vita.

      "Riflessione" significa flessione continua attorno a se stessi: il pensiero è proprio come l'acqua di un vortice che gira attorno a se stesso, si allarga e si rinnova. Il pensare sano di una persona, e di una tradizione culturale, si fonda sulla ripetizione a spirale, che favorisce la fissazione del pensiero in ricordi sempre più ampi ed elaborati. Il pensiero deve essere capace di rinnovarsi, deve essere aperto a nuove interpretazioni. Altrimenti, se giace in vecchi schemi, quel pensiero è destinato, come l'acqua, a imputridire. Il pensiero si fonda sulla memoria di ciò che è stato elaborato in passato ma è continuamente rielaborato perché tende ad aggiornarsi con il fluire del cambiamento.

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L’acqua è ovunque e percepisce le nostre emozioni

     L’acqua è ovunque, intorno a noi, dentro di noi, nelle piante, nel cibo, nell’aria e nel suolo, è in continuo movimento, circola, si sposta, ghiaccia ed evapora, lega tutto su questo “Pianeta Blu”, è il medium, la matrice della vita e, per usare le parole di Leonardo da Vinci, è “la forza motrice della natura”. Anche quando non vediamo l’acqua, essa vive con noi, ci circonda, vi siamo immersi e non solo quando facciamo il bagno ma in ogni istante della nostra vita. Non è facile rendersene conto perché in questo caso l’acqua è quasi sempre nella dimensione e nella vibrazione a noi invisibili: quella del vapore. Se però prestassimo più attenzione a certi fenomeni ormai divenuti “normali” nella nostra quotidianità, potremmo avere contezza della continua avvolgente presenza dell’acqua. Ad esempio allorché d’estate togliamo un qualsiasi contenitore dal frigorifero: l’acqua che, sotto forma di vapore, avvolge quel contenitore si manifesta immediatamente aderendo alle sue pareti esterne. La bassa temperatura di quelle pareti raffredda il vapore facendo tornare l’acqua allo stato liquido rendendosi così nuovamente visibile. E questo fenomeno non avviene solo all’aperto ma anche se siamo chiusi ermeticamente in casa. Le nostre finestre, attraverso la condensa, evidenziano la presenza di acqua nella casa quando il fresco notturno si imbatte sulla superficie esterna del vetro, abbassandone la temperatura; la presenza di umidità all’interno della casa causa condensazione sulla superficie interna del vetro. Un tasso di umidità superiore all’80% crea problemi al corpo umano facendo percepire afa in caso di caldo (+26/27°), e di freddo pungente (+4/6°). Al contrario, se l’umidità scende sotto il 20%, l’aria diventa troppo asciutta e può causare un altro tipo di problemi: secchezza alle fauci e alle vie respiratorie, rischi di infiammazione, fastidio a respirare e a produrre saliva. Il tasso di umidità ottimale per l’uomo è quello medio tra i due valori, quindi tra il 40 e il 60%. Tassi di umidità inferiori al 3% sono praticamente impossibili da registrare e sarebbero esiziali per la vita umana. Ciò conferma che l’acqua, in modo più o meno consistente, è sempre presente intorno a noi e la respiriamo insieme all’aria. Non è dato percepirla visivamente perché le goccioline in sospensione sono microscopiche. Il loro diametro risulta compreso, in linea di massima, tra pochi millesimi di millimetro e un centesimo di millimetro; il loro peso è mediamente intorno al miliardesimo di grammo. È per questo che sono sufficienti lievissimi movimenti dell’aria per mantenerle in sospensione intorno a noi. Esse si trasformano in pioggia quando le loro dimensioni arrivano a misurare uno-due decimi di millimetro (pioggerella fine) fino a due-tre millimetri (rovesci). In tal caso sono necessarie alcune decine di migliaia di goccioline per una goccia di finissima pioggia e circa un milione per formare una grossa goccia di pioggia tipo rovescio. Insomma affinché l’acqua diventi pioggia è necessario che le goccioline di una nube ingigantiscano fin quando, diventate più pesanti, non riescano più a restare in sospensione nell’aria.

     Le ricerche condotte per questo mio lavoro, mi hanno convinto che il ciclo dell’acqua non è solo un fatto atmosferico e di circolazione, ma è un vero e proprio “ciclo vitale” della natura. Avute presenti le descritte caratteristiche dell’acqua e le sue componenti molecolari, totalizzanti (99%) gli esseri umani, gli animali e i vegetali, mi sono immaginato la mia vita come un continuo scorrimento e riciclo dell’acqua.  Quando bevo e mangio carni, pesci, frutta e verdura, in termini molecolari ingurgito acqua, più o meno liquida a seconda dei soluti con cui essa si accompagna. Questa acqua scorre su tutte le componenti del mio organismo apportando i nutrienti necessari, sostituendo e ripulendo continuamente il sangue, la sostanza cellulare, ecc. Dopo queste trasformazioni, l’acqua torna all’esterno attraverso la respirazione, la pelle, le urine, le lacrime, ecc. normalmente in pari quantità di quella in entrata. Un ciclo come quello naturale dell’acqua che conferma la legge di Lavoisier per la quale: «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma». La quantità dell’acqua è immutata nel tempo ed è la stessa che ha sviluppato i corpi di Mosè, di Giulio Cesare, Di Leonardo e di Hitler. Se riusciamo a superare la nostra falsata percezione della materia solida ci rendiamo conto che tutto il ciclo vitale è gestito e totalizzato dall’acqua: tutto scorre. Più che una goccia che cammina l’essere umano è un torrente in continuo movimento.

     Collegata costantemente ai sistemi viventi, l'acqua “vede” tutto. Anche noi trasmettiamo e riceviamo informazioni. Ogni nostra azione, pensiero, emozione, ogni parola che diciamo, si separano da noi e rimangono impresse nell'acqua (che sporca il riso in essa immerso o lo nobilita a seconda della negatività o meno del pensiero). L'informazione negativa avvelena l'acqua nel processo di acquisizione della sua memoria.

Al giorno d’oggi è sufficiente pensare un attimo a come sarebbero le nostre acque se le stesse non si rigenerassero attraverso il ciclo infinito della sua trasformazione in vapore, condensa e pioggia. Rigenerandosi fortunatamente l’acqua tende a liberarsi degli inquinanti fino a quando ciò sarà possibile, mantenendo il suo programma di base, vitale per il nostro pianeta.

     Come ci conferma la Bibbia tutto ha inizio nell'acqua e tutto finisce nell'acqua. Se la inquiniamo, riducendone la purezza, essa ci restituisce malattie e morte. L’acqua fa della Terra una totalità, compresa la nostra mente. Quindi dovremmo abituarci di pensare alla Terra come a un’entità che si muove in una direzione unitaria e coerente, esattamente come fa il nostro cervello a partire dalla nascita. Siamo per il nostro pianeta acquatico ciò che il nostro sistema immunitario è per noi: ci difende ma se perde il suo equilibrio può anche danneggiarci causandoci le cosiddette malattie autoimmuni non a caso sempre più in crescita. Questi rapporti gestiti dall’acqua tra cellule ed esseri umani, esseri umani e Terra e così via, sono tutti senza soluzione di continuità, sebbene ci piaccia sentirci superiori e vederci come separati da ciò che ci circonda.

     È bene qui ricordare gli esperimenti di Masaru Emoto evidenzianti come l’acqua assuma un’armoniosa ed energetica struttura in presenza di pensieri di amore, compassione o gratitudine mentre la stessa struttura cambi in senso disarmonico e antiestetico a fronte di pensieri di odio, di indifferenza o di malvagità. Sotto questo aspetto la domanda che dobbiamo porci è la seguente: quale struttura dobbiamo attenderci che l’acqua assuma, in generale e nel corpo umano in particolare, a fronte di un mondo sempre più orientato al denaro, al potere materiale, all’egoismo e all’individualismo esasperato, teso a taccheggiare il prossimo piuttosto che a servirlo? Come influirà una struttura tanto disarmonica sui nostri atteggiamenti? Quale reazione attendersi dall’ambiente naturale? Ebbene la risposta credo sia già sotto gli occhi di tutti! Il mondo sta procedendo inversamente alle caratteristiche spirituali dell’acqua di cui siamo fatti. Il materialismo, la rincorsa al denaro, ha portato a egoismi, sopraffazioni, sentimenti e pensieri negativi, inquinamento e devastazione. L’acqua risente di questo clima e il risultato è più attuale che mai sia nell’ambito del genere umano che del mondo naturale. La società ha preso una strada di evoluzione molto disarmonica. Il suo sviluppo tecnologico e scientifico contrasta con l’accrescersi di ansia, stress, conflitti individuali e sociali in una corsa sfrenata verso l’infelicità. Governi improntati all’egoismo e al proprio tornaconto (sempre più guidati da individui antidemocratici quanto incompetenti), sono votati da sempre più larghe maggioranze. Addirittura si parla del ritorno alla corsa agli armamenti per distruggersi vicendevolmente.

     Le negative manifestazioni che si stanno susseguendo senza sosta ci ammoniscono, come già espresso in “Uni-Verso-Uno”, che 1’universo è un Tutto di cui facciamo parte ed ogni aggressione di qualsiasi natura verso uno dei suoi componenti si rivolta inevitabilmente contro l'aggressore. Il materialismo imperante tende a far credere che si possa comprare tutto, anche l’acqua, le coscienze e le anime, basta apporvi il cartellino del prezzo. Dobbiamo amare l’acqua, dobbiamo fermare questa corsa autodistruttiva verso la materia, inconsistente e illusoria.

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